Tipologie
di fonti
Una definizione elastica
di documento che può rendere l'idea dell'allargamento delle tipologie
documentarie è la seguente:
"Cosa mobile, prodotta su un supporto (un foglio di carta, un nastro
magnetico, un disco, una pellicola cinematografica, una lastra radiografica,
un negativo, ecc.) tramite un mezzo scrittorio (penna a inchiostro, penna
a sfera, matita, macchina da scrivere, stampante, ecc.) o un dispositivo
per fissare l'immagine o la voce, o, contestualmente, l'immagine e la
voce." (Paola Carucci, Il documento contemporaneo. Diplomatica
e criteri di edizione, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1987, p.14)
Tentando una semplificazione si possono distinguere:
Il documento cartaceo
I documenti cartacei possono essere definiti in svariati modi, in base alle
caratteristiche della redazione materiale del documento oppure in base ai
caratteri formali e sostanziali del documento.
I cambiamenti avvenuti nell'ambito delle materie e delle tecniche scrittorie
hanno determinato una costante evoluzione del documento cartaceo.
Questo è l'esempio di un documento cartaceo "tradizionale", un contratto
di enfiteusi del XVIII secolo.
Bisogna infatti considerare le modificazioni:
- dei supporti scrittori (dal papiro, alla pergamena, alla carta, al
supporto elettronico)
- degli strumenti scrittori (stilo, penna, inchiostro, macchina da
scrivere, ecc)
- dei meccanismi della copia e della produzione scrittoria (dalla copia
manoscritta alla stampa, al ciclostile, alla fotocopia, ecc.)
Quello che segue è un elenco delle tipologie documentarie cartacee
più comuni, definite in base alla natura del contenuto: non vuole
essere un elenco esaustivo, ma una traccia per un esame più approfondito
delle singole tipologie documentarie. (l'elenco è tratto dalla
Guida al Software Lilarca)
- Agenda
- Appunti (manoscritti o dattiloscritti, stampati al computer, ecc.)
- Atti (di convegni, seminari...)
- Atto legale (o giudiziario)
- Bibliografia
- Bollettino (di informazioni sulle attività svolte, sugli eventi
ecc.)
- Bozza (di una pubblicazione, di un articolo, di una sceneggiatura
ecc.)
- Calendario
- Catalogo (di mostra, bilioteca, archivio, libreria)
- Certificato amministrativo
- Comunicato (interno all'organizzazione)
- Comunicato stampa
- Dizionario, glossario, thesaurus
- Documento politico (elaborato che informa su posizioni o riflessioni
politiche)
- Elenco (di nomi, oggetti ecc.)
- Documento di identità (patente, passaporto...)
- Indice
- Intervista (trascritta)
- Inventario
- Invito
- Legge, codice, norma(e) standard
- Lettera
- Nota (breve testo informativo)
- Opuscolo
- Ordine del giorno
- Pieghevole
- Programma (di corsi, rassegne, mostre)
- Questionario
- Recensione
- Relazione (a convegni, conferenze, seminari ecc.)
- Ritaglio stampa
- Rubrica (con indirizzi o numeri di telefono)
- Sceneggiatura (teatrale, cinematografica)
- Scheda
- Statistica
- Statuto (atto costitutivo)
- Tesi, tesina
- Tessera (di adesione ad associazioni, partiti)
- Verbale
- Volantino
Le fonti audiovisive
le fonti audiovisive (intendendo con ciò una pluralità
di mezzi espressivi, dalla fotografia al cinema, alle registrazioni sonore,
alle rappresentazioni iconografiche, ecc.) hanno un ruolo centrale nella
rappresentazione (e quindi anche nella documentazione) della cultura e
della società "di massa" nel XIX-XX secolo. Queste fonti sono preziose
per lo studio della storia contemporanea ma molto complesse da valutare,
suscettibili di facili manipolazioni: per poterle analizzare e farne un
uso critico bisogna conoscere bene sia il sistema politico ed economico
che funge da contesto alla loro produzione, sia il linguaggio specifico
(tecnico, professionale, artistico) che le caratterizza.
I problemi principali sono posti dalle difficoltà di definizione
giuridico-concettuale, dalle correlate incertezze sulla metodologia di
trattamento, dalle difficoltà e dai costi per la conservazione
del materiale.
Il ricorso alle fonti orali e sonore è diventato estremamente
rilevante per la riflessione storica e l'analisi delle società
e culture contemporanee.
"Il riconoscimento della specificità dei mondi orali [...] è
preliminare ad ogni uso critico delle fonti orali". (Luisa Passerini,
le testimonianze orali, in Il mondo contemporaneo..., Firenze,
NIS, 1983, p.1138).
La comunicazione orale assume forme estremamente varie poichè nasce
dall'interazione tra due o più soggettività differenti:
la raccolta di fonti orali è caratterizzata (come del resto altri
tipi di fonti, quali i diari e la memorialistica) da un forte gradi di
intenzionalità e di soggettiva interpretazione della realtà,
valutabili nell'ambito del più ampio dibattito (non affrontabile
in questa sede) sulla specificità e sulle metodologie di approccio
alle fonti per la storia contemporanea.
In ambito archivistico si prendono in considerazioni fonti orali e sonore
per le quali venga costituita comunque una documentazione scritta che
consenta di analizzarle in relazione alle modalità di produzione
e conservazione.
Rimane quindi la necessità di produrre documentazione, attraverso
la trascrizione delle interviste, la stesura dei verbali, la conservazione
delle fonti scritte inerenti al documento sonoro.
La fotografia ha un ruolo determinante nel sistema dell'informazione
e della comunicazione.
L'analisi del documento fotografico presenta molteplici difficoltà:
la soggettività dell'autore e del soggetto riprodotto si coniuga
con l'ambiguità tra riproduzione/rappresentazione del reale e mezzo/strumento
di comunicazione. Spesso inoltre (soprattutto se non si tratta di serie
fotografiche) è impossibile identificare l'autore o lo studio fotografico
per identificare la provenienza del documento fotografico e il suo contesto
di collocazione temporale, sociale, storico.
All'uso della fotografia come fonte è collegata la problematica
sul diritto all'immagine e sulla tutela del diritto d'autore.
I filmati video, il cinema, la televisione, le opere d'arte, ecc.
pongono problemi metodologici altrettanto seri e non ancora completamente
svolti nella loro complessità, connessi con il rapporto che la
fonte visiva ha con la sua produzione e la sua diffusione, con la critica,
il pubblico, l'ambito socio-culturale in cui si esprime, ecc.
Le fonti di memoria della
guerra e la didattica della storia di Giuliana Bertacchi, Istituto
bergamasco per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea
L'Archivio
Storico dell'Istituto Luce: descrizione dell'archivio dei Cinegiornali,
dei documentari e dell'altro materiale posseduto.
L'Archivio Audiovisivo del
Movimento operaio e democratico: cineteca, videoteca, nastroteca,
fototeca e fondi cartacei.
La Cineteca Nazionale:
una "collezione" di film costituita dal Centro Sperimentale di Cinematografia.
Le fonti elettroniche
Il processo di informatizzazione è stato uno "spartiacque", che
ha sottolineato il ritardo della teoria archivistica e la necessità
di una normalizzazione della descrizione archivistica.
Le fonti elettroniche sono forme del tutto inedite di documentazione.
Innanzitutto esse sono costituite da due strutture separate: quella logica
e quella formale, il che significa che nel documento di tipo elettronico
il legame tra il contenuto informativo e il supporto fisico è spezzato.
Inoltre l'informazione (e la memoria) digitale è invisibile, può
essere manifesta solo attraverso l'uso del computer, ha una natura dinamica
e non statica..
L'automazione degli Archivi trova diverse applicazioni
- Archivi tradizionali gestiti con protocolli informatici
- Archivi tradizionali con elaborazione informatica dei dati (Centri
Elaborazione Dati)
- Archivi elettronici
- Sistemi di ricerca (database) nel settore della riproduzione sostitutiva
o gestionale (microfilm, dischi ottici)
I problemi attinenti alla documentazione elettronica:
- Definire regole per dare valore giuridico al documento elettronico
(firma digitale, ecc.)
- identificazione formale del documento in senso archivistico (chi
è l'autore? per quali finalità è stato prodotto?)
- criteri di selezione e scarto
- garanzie per l'autenticità e contro la manipolazione del documento
- garanzie per la tutela della privacy
- La conservazione dei dati: l'obsolescenza delle tecnologie, ancora
più rapida di quella dei supporti fisici pone problemi tecnici
complessi. La soluzione adottata è la "migrazione" dei dati,
il riversamento e il continuo aggiornamento dei dati salvati, con elevati
rischi di dispersione accidentale e costi molto alti.
Consulta in rete:
- Decreto legislativo
12 febbraio 1993, n. 39 (Gazz. Uff., 20 febbraio, n. 42): Norme
in materia di sistemi informativi automatizzati delle amministrazioni
pubbliche, a norma dell'art. 2, comma 1, lettera mm), della legge 23
ottobre 1992, n. 421 (sul sito dell'ANAI)
- Decreto del
Presidente della Repubblica 10 novembre 1997, n. 513 (in Gazz. Uff.
13 marzo 1998, n. 60): Regolamento recante criteri e modalità
per la formazione e la trasmissione con strumenti informatici e telematici,
a norma dell'articolo 15, comma 2, della legge 15 marzo 1997, n. 59
- Deliberazione
30 luglio 1998, n. 24/98 (in Gazz. Uff. 19 agosto 1998, n. 192):
Regole tecniche per l'uso di supporti ottici (Autorità per l'informatica
nella Pubblica Amministrazione)
- Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri 8 febbraio 1999: Regole tecniche
per la formazione, la trasmissione, la conservazione, la duplicazione,
la riproduzione e la validazione, anche temporale, dei documenti informatici
ai sensi dell’art. 3, comma 1, del Decreto del Presidente della Repubblica
10 novembre 1997, n. 513
- Il
protocollo informatico - Autorità Italiana per la Pubblica
Amministrazione
- Archilab
(Laboratorio per l'applicazione delle nuove tecnologie agli archivi)

|