di Luisa Festa

Copertina catalogo Fotografia di una storia, di Luisa Festa
Fotografia di una storia: femminismo e movimenti delle donne a Napoli e in Campania: 1968-2018. Gesualdi, 2021

Il materiale del Centro Donna del Comune di Napoli è consultabile on line grazie ad un progetto europeo. Contiene anche le foto. Fa parte dell’Archivio delle Memorie delle Donne di Napoli promosso dal Comune

La Mostra “Fotografia di una storia 1968-2018. Femminismo e movimenti delle donne a Napoli e in Campania”, curata dalla scrivente e realizzata in occasione dei cinquant’anni del ‘68, si riproponeva di documentare la nascita del femminismo e del movimento delle donne  a Napoli ed in Campania e di rileggere e rivisitare le tappe più importanti della storia delle donne campane. Il catalogo riprende le 80 fotografie della mostra, di cui la metà scattate da me e raccolte nel mio archivio privato ed altre provenienti dagli archivi CGIL Campania, Press Foto, dalla Mensa Bambini Proletari-Madrigale per Lucia, dal movimento femminista le Nemesiache, In movimento di Salerno e dagli altri archivi dei Comuni che hanno ospitato la Mostra .

Un’ esposizione che parte dalle immagini delle manifestazioni studentesche, quasi tutte in bianco e nero a partire dagli anni ‘70, a cui seguono  le testimonianze del  movimento  femminista e delle  donne napoletane e campane fino agli anni ’90,  per chiudere con gli scatti a colori dei movimenti più recenti  da “ Se non ora quando” a “ Non una di meno” contro i femminicidi.

Il  progettodella mostra, che ora è pubblicato in questo catalogo, è stato volutamente  corale e condiviso  con il Comitato Tecnico e Scientifico , con la collaborazione della Commissione Regionale Pari Opportunità, la Consulta Femminile regionale e l’Osservatorio Regionale contro la violenza;  .

Le fotografie che sono qui pubblicate raccontano la mia vita, la mia appassionata  partecipazione  alle vicende che hanno segnato momenti collettivi e che riconsegnano, nella loro molteplicità, un modo di essere e di divenire, di progettare che ha segnato la nostra storia e la nostra stessa identità .

 GLI anni 70 sono anni di cui molto si e scritto è parlato,  un decennio di profondo cambiamento sociale, politico, economico che ha segnato la storia delle donne, ma non ci sono altrettante immagini che accompagno questi eventi.

Il femminismo nasce a Napoli nel marzo 1973 quando si svolse la prima riunione pubblica presso la libreria “L’incontro” con un gruppo di compagne di Padovache si chiamerà prima Collettivo femminista napoletano e poi, nel 1975, prenderà il nome “ Collettivo Femminista napoletano per il salario al lavoro domestico”

Le immagini, colte con la mia fedele macchina fotografica, non sono casuali, perché rappresentano il senso del mio vivere in maniera duplice i momenti che hanno attraversato la vita delle donne, come partecipante e narratrice di quanto raffigurato.

 Mi ricordo gli  scatti degli anni 70 in bianco e nero,realizzati durante le manifestazioni dell’ 8 marzo. Mi colpivano gli allegri girotondi che  le donne intrecciavano con  le mani con la speranza di riprendersi finalmente la propria vita.Gli striscioni ricavati da lenzuoli che riportavano le parole e gli slogan per gridare i propri diritti e affermare la libertà e l’autonomia delle donne. Le manifestazioni di piazza .. Allora questa capacità di riuscire a mobilitarsi in migliaia per una manifestazione , di spostarsi incentinaia  per un appuntamento nazionale era definito il “sistema del tamtam e del collettivo .

Negli anni 70 nascevano a Napoli molti collettivi e gruppi, come le Nemesiache e Segno Donna sulle tematiche della creatività femminile (attività artistiche,teatralie cinematografiche).Molto attive erano le associazioni “emancipazionistichecome l’     UDI, con una grande partecipazione di donne protagoniste nelle varie lotte di emergenza quotidiana:dal lavoro,alla casa, ai servizi per l’infanzia.In seguito l’UDI si sarebbe organizzata aprendosi ai collettivi femministi e condividendo l’autonomia nella lotta delle donne e le battaglie contro le guerre per la pace ( a questo proposito, lo sguardo indimenticabile di Elvira De Vincenzo).

Sull’onda del femminismo si costituivano, nel 1979,nei sindacati vari coordinamenti donna, così nella CGIL nasceva la prima esperienza “separatista”delle donne lavoratrici, il Coordinamento Donna -Scuola, nel sindacato FLM si organizzavano rappresentanze femminilie seguiranno altri coordinamenti donna nelle altre organizzazioni sindacali.

In quegli anni a Napoli si proponeva l’unica esperienza a livello nazionale in ambito sanitario,il Servizio per la salute mentale delle donna dell’USL  39:vi lavoravano per scelta solo operatrici  donne (psicologhe, sociologhe e assistenti sociali coordinate da Elvira Reale). Questa esperienza non è ma stata interrotta, anzi arricchita da metodologie e ricerche che oggi fanno parte dei progetti dei Centri Antiviolenza. Numerosi  scatti degli anni 80  hanno seguito lo sviluppo di queste pratiche sulla salute e violenza sulle donne.

Ho fotografato negli anni ‘80 e ‘90  i momenti pensosi di un femminismo più sicuro di sé e delle sue conquiste. Gli incontri, i dibattiti nelle librerie, nelle università, nei convegni, gli incontri del coordinamento nazionale dei centri donna e  della rete Lilith .

Ho realizzato foto ,nelle case delle compagne che, da spazi privati, diventavano occasioni di cultura, dove si praticava il piccolo gruppo, l’autocoscienza e la relazione tra donne: la pratica del Femminismo. Un’ immagine a me molto cara è quella che ho scattato a casa di Laura Capobianco, assieme a Simona Marino con il suo piccolo che allattava , Giovanna  Senatore, mentre il gruppo  lavoravasul pensiero della differenza.

Con emozione ricordo, ancora, lo scatto a Vera Lombardi con Luciana Viviani, all’Istituto della Storia della Resistenza a Napolie la foto a Maria Luisa Spaziani con Anna Santoro.

Nascevano in quegli anni molte riviste nel 1978, Mille e una donna  di Clara Fiorillo, il Manifesto a cura delle Nemesiache, Clio dedicata ai problemi del lavoro, Madrigale di Lucia Mastrodomenico e Luisa Cavaliere e l’Associazione lo Specchio d’Alice.

Ho fotografato sguardi attenti, mani incrociate, volti. Ero affascinata dal loro dibattito,dalle  parole: è come se con la mia macchina fotograficaavessi voluto immortalare il pensiero delledonne.Volevo fermare quegli istanti significativi che sentivo molto vicini a me, per non dimenticare, ma soprattutto avevo premura di non perdere nessuna occasione perché un giorno avrei dovuto riportarli alla luce.La fotografia era per me uno strumento fondamentale di partecipazione.

Mi piace ricordare le recenti immagini degli anni 2000, comela bellissima manifestazione 194paroleperla libertà, dove ho immortalato gli ultimi momenti di battaglia sui diritti delle donne di Lucia Mastrodomenico e Angela Putino e tante altre.

Con questa mostra ho tentato di restituire con le immagini pezzi della storia delle donne napoletane e della Campania e di far conoscere soprattutto alle /i giovani la potenza della partecipazione delle donne ad un cambiamento culturale epocale che ancora oggi è necessario rileggere.

Vorrei infine ricordare una frase di una femminista napoletana  scomparsa nel 2007, che ho fotografato in varie occasioni  e che è stata il filo conduttore della mostra.

Le donne non sono tutte uguali; i percorsi di crescita, le forma rappresentative, la memoria storica, sono diversi per ognuna di noi. Ciononostante sappiamo per esperienza che i conflitti per le diverse appartenenze sono per noi una risorsa utile, non solo per andare avanti, ma per far sì che il nostro lavoro non produca mai la riduzione ad un’unica voce, pensiero, progetto (Lucia Mastrodomenico)