Intervento di Annalisa Diaz, presidente della Rete Lilith, al seminario conclusivo: www.donne.toscana.it: una rete, un progetto, la formazione, i lavori, organizzato dalla Rete di donne in Toscana nell’ambito del Corso per Operatrice di servizi informativi curato da Cooperativa delle donne, Artemisia e WOW, Firenze 3 marzo 2001

Alcuni elementi per il concetto di comunicazione sessuata

Dopo questo tripudio telematico farò un passo indietro: quando abbiamo dato vita alla Rete Lilith nel ’90, non credo che tutte avessimo chiaro che cosa potesse diventare una rete.Funzionava ancora una pratica comunicativa legata alle relazioni costruite nella comune esperienza del movimento delle donne, con una particolarità, che ha peraltro caratterizzato le aggregazioni nate dalla seconda metà degli anni ’80, e cioè quella di riconoscersi in uno specifico progetto a partire da desideri comuni.

La decisione di far circolare fra di noi i saperi delle donne sedimentati nel tempo con il recupero del materiale documentario posseduto dai Centri di documentazione, Biblioteche Archivi e Librerie delle donne, hanno posto la necessità di procedere all’organizzazione dell’informazione in esso contenuta con l’obiettivo di realizzare una rete informativa e bibliografica nazionale per la costruzione di un catalogo collettivo.

Scegliere di costruire una modalità di comunicazione che rispondesse da un lato alle modalità catalografiche secondo le norme diffuse a livello internazionale, ma anche l’adozione di un metodo rappresentativo capace di evidenziare la specificità dei fondi documentari; l’adozione del software CDS/ISIS se per un verso è stata una scelta dettata anche dalla gratuità della distribuzione, per altro verso si è dimostrata positiva per la flessibilità del prodotto che ha consentito alle informatiche della Rete di elaborare gli applicativi: LILITH – per la catalogazione del materiale documentario (in un primo momento nella versione DOS e poi in WINDOWS – recentemente LILARCA – studiato per la gestione del materiale d’archivio (che sta riscuotendo notevole successo).

D’altra parte la riflessione condotta dalle donne sul terreno della storiografia sociale e politica, dell’indagine sociale e del lavoro documentale, aveva infatti messo in luce quanto poco “neutro” fosse il lavoro archivistico o biblioteconomico, ritenuto ancora terreno di scelte tecniche e specialistiche, prive di implicazioni politiche.

Da qui la scelta di adottare il thesaurus “Linguaggio donna”, costruito in base alle norme internazionali contenute in “Norme internazionale ISO 2788-1981”, elaborato nella sua prima versione dalla attuale Fondazione Badaracco che viene aggiornato nel lavoro di Rete in ragione del modificarsi dei bisogni informativi non sempre identici nel tempo, né mai completamente prevedibili; senza contare il probabile ampliamento delle tematiche conseguente agli incrementi dei fondi documentari.

Utilizzare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie informatiche affinché la base dati fosse interrogabile in ogni punto della rete è stata la prima sfida dei Centri associati nei quali le donne presenti erano a volte diffidenti, ma soprattutto inesperti nell’uso di strumenti tecnologici

Per fortuna i centri di Bologna, Firenze, Ferrara, Cagliari contavano presenze giovani fortemente professionalizzate.

Siamo nella seconda metà degli anni ’90, vittime del DOS e di uno scambio affannato di floppy per la distribuzione degli aggiornamenti della base dati, ma altrettanto affannate nell’adeguare i nostri vecchi PC a nuovi software, ad imparare l’uso della posta elettronica a tentare di scoprire il mondo telematico.

La prima occasione di sperimentare le opportunità offerte dalle tecnologie informatiche è stata, almeno per i sei Nodi della rete che vi hanno aderito, la partecipazione ad un progetto NOW [New Opportunities for Women, ndr ], tra il ’92 e il ’95.

In quel contesto è stato possibile mettere alla prova, le capacità organizzative e professionali già presenti in Rete ma anche verificare i livelli di domanda e di frequenza ai corsi di formazione organizzati e le ricadute occupazionali che hanno consentito a circa cinquanta ragazze di trovare un’occupazione permanente nel settore dell’informazione o di sperimentare lavoro autonomo.

La Rete e i Centri associati hanno acquistato visibilità soprattutto da quando la base dati è presente in Internet e cioé da quando è stata stipulata una convenzione con l’Associazione Orlando che gestisce il Centro di Bologna per l’ospitalità nel Server Donna.

Dal 1995 ad oggi è un susseguirsi di iniziative che coinvolgono anche Centri e Associazioni esterni alla Rete per utilizzare le potenzialità della comunicazione telematica e interattivo (in particolare sulle aree tematiche: tempi e spazi di vita, violenza), ma anche per avviare rapporti con strutture istituzionali come l’università di Firenze, il Dipartimento Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, alcune Commissioni Regionali Pari Opportunità, diverse biblioteche pubbliche che hanno scelto di abbonarsi alla Base Dati, altre reti di donne presenti in Italia;

Nell’ambito dei rapporti sia interni che esterni alla Rete non sono mancati momenti difficili: mancato riconoscimento delle competenze, fantasie di egemonia ma anche di esclusione.

Sulla base delle esperienze fatte, quella del progetto di Rete di Donne Toscane mi sembra si sia rivelata invece una pratica di sinergie positive.

Già dal prospetto di presentazione del progetto emergono le aree di specializzazione dei soggetti proponenti, ma anche dei partner locali e nazionali.

Le scelte metodologiche evidenziano la volontà di collegare esperienze acquisite per sperimentarne l’efficacia e produttività in un percorso comune.

Questa volta l’impiego delle tecnologie informatiche ad alto livello ha rivelato il potenziale di strumenti capace di offrire opportunità di lavoro e capacità progettuali. La scelta di utilizzare lo strumento della formazione a distanza ha offerto alle allieve in formazione uno spazio collettivo di confronto e di condivisione delle conoscenze soprattutto attraverso l’attivazione del Forum che ha permesso una verifica continua delle difficoltà e dei risultati, ma anche di apprendere una modalità comunicativa collaborativa e creativa. Le competenze della esperta della Rete Daniela Zaccolo supportata dall’abilità della Tutor hanno fatto di questo modulo formativo un’esperienza significativa.

Voglio infine segnalare l’attenzione posta nel progetto ad una nuova prospettiva di rapporto con l’utenza dei servizi che delinea la volontà di realizzare possibili interazioni con il risultato di un reciproco rafforzamento.

Dal 1995 al 2001 il percorso è stato velocissimo e certo richiede a tutte noi di valutare attentamente le prospettive future per consegnare alle nostre figlie-allieve un’immaginazione del vivere “virtuale” ancorato ad esperienze che vengono da lontano, a volte impacciate nell’uso della tecnica ma ricche di saperi e di progettualità;

Intorno a questo interrogativo mi sembra efficace il contenuto del CD proposto dal Centro di Grosseto con il significativo titolo “Memoria e libertà delle donne” e il modulo sugli archivi curato da Paola De Ferrari e Paola D’Arcangelo.